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lunedì 12 dicembre 2011

A Mario

Stanotte ho fatto un sogno invero strano, ohibò (dopo l'invero, bisogna sempre usare ohibò - MM non divagare!).

lunedì 24 ottobre 2011

MaCheMusicaMaestro

Certi giorni mi sento la testa leggera, che vola, e non riesco a concentrarmi su niente.
Vi vorrei raccontare quello che mi è successo giusto stamattina: giornata clou per me, come leggerete fra poco.
Ho avuto un incontro con alcuni importantissimi – almeno a parer loro - rappresentanti delle forze politiche della zona a cui ho illustrato uno studio, che mi ha portato via circa un mese di lavoro e il 95% della mia materia grigia, già esigua.
Sapevo cosa sarebbe successo, i sintomi erano già presenti al mio risveglio.

Mi sono sforzato di memorizzare tutto, per poterlo poi raccontare. Riporto solo l’inizio del mio intervento, perché secondo me, basta per rendere il concetto.
Tenete duro, prendete fiato e ... via!


Buongiorno, vedo che siete numerosi.

Permettetemi un saluto particolare all'illustrissimo Assessore, ciao.
Voglio mostrare, a te e ai tuoi colleghi, l’ultima mappa di tutti i tuoi nei, in ordine di tempo, e - ancora mi viene da star male - delle aree abbandonate, e mai curate: risulta evidente la crescita, l’espansione che si è avuta negli anni.
Osservate la parte in alto: una zona degradata, potenzialmente pericolosa per la cittadinanza
- son tonnellate le cose non dette.
Gli abitanti la evitano: se ne vanno via e non tornano più; il residente - sia che migri verso quote più normali, meno elevate, cercando nuovi spazi, sia che decida di restare lontano in silenzio a guardare -  comunque che aspettative può avere?

Questo si materializzava nella mia testa, intanto che il discorso fluiva dal cervello alla bocca.
Quello che dicevo, fortunatamente era diverso. Le derive musicali, le strofe, i ritornelli di tutte le canzoni che affollano da sempre la mia mente, e che si inserivano di prepotenza nella logica del discorso, rimanevano inespresse. Ma a che prezzo! Una faticaccia.

Per completezza d'informazione, ripeto l’incipit della relazione, riducendo quanto è inciampato nei denti e non ho pronunciato.

Buongiorno, vedo che siete numerosi.
Permettetemi un saluto particolare all'illustrissimo Assessore, ciao.

Voglio mostrare, a te e ai tuoi colleghi, l’ultima mappa di tutti i tuoi nei, in ordine di tempo, e ancora mi viene da star male delle aree abbandonate, e mai curate: risulta evidente la crescita, l’espansione che si è avuta negli anni.
Osservate la parte in alto: una zona degradata, potenzialmente pericolosa per la cittadinanza - Son tonnellate le cose non dette. 
Gli abitanti la evitano: se ne vanno via e non tornano più; il residente - sia che migri verso quote più normali, meno elevate, cercando nuovi spazi, sia che decida di restare lontano in silenzio a guardare - comunque che aspettative può avere?
 
Capite lo sforzo che devo fare per mantenere un minimo di coerenza? Concentrato sul discorso e attento a filtrare tutte le colonne sonore non richieste.
Comunque, alla fine di tutta la relazione il pubblico
ha applaudito, ignaro dei cortocircuiti musicali presenti nella mia testa. 
In cuor mio ho dedicato l’applauso ai vari  Giovanotti, Litfiba, Ruggeri, Battiato, Negramaro e a tutti gli altri musicisti che, da sempre, mi accompagnano.

venerdì 30 settembre 2011

Emozioni, forti

Ho voluto vedere se, guidando a fari spenti nella notte, è poi tanto difficile morire.
Sono abituato, però, a calcolare bene i rischi; quindi ho fatto la prova di giorno, in bicicletta, con il fanale acceso, nel cortile.
Devo dire che è andata bene.
Domani proverò a prendere a pugni il primo scortese che incontrerò; ovviamente con le dovute cautele, del tipo: proprio pugni no, probabilmente lo prenderò in giro, ma sottovoce, e non subito; magari aspetterò di essere a casa, in camera mia, con le finestre ben chiuse.
Certo, poi arrivano di quelle botte di adrenalina che tengono sveglio tutta la notte.

mercoledì 10 agosto 2011

I misteri dell'universo

Da un po' di tempo mi sento incompleto, avverto la mancanza di un qualcosa d'importante.
C'è una domanda che mi assilla, che mi toglie il sonno, la fame, il freddo, il caldo.
Ci penso, ci ripenso, leggo, studio ma nulla, non riesco a trovare risposta.
Perchè il cielo è leggero, però non è vuoto?
Perchè? Come mai?
Ormai sfinito, ho fatto tacere il mio orgoglio ed ho deciso di parlarne con una mia amica; lei, in quanto donna, lo sa.
Mi ha risposto che il cielo è pieno di cose leggere.
Perplesso, le ho fatto presente che il cielo è enorme, neanche sanno se è finito...
"Allora è pienissimo di cose leggerissime". E con questa verità, per lei lapalissiana, ha considerato terminato il dibattito.
Ora sono finalmente più tranquillo. Ora so!