lunedì 12 dicembre 2011

A Mario

Stanotte ho fatto un sogno invero strano, ohibò (dopo l'invero, bisogna sempre usare ohibò - MM non divagare!).


Mi trovavo a un concerto di Claudio Villa. Sul più bello il Reuccio attacca con un suo cavallo di battaglia: la celeberrima Binario.
Solo che il testo era diverso. E anche il titolo. 

La canzone faceva pressapoco così:

Bancario

Vecchio professore
che serio te ne stai
dimmi come mai
non vedi che il mio sogno
fugge via lontano
e lo inseguo invano
Ferma tu quel PIL
che muoio di dolore
fallo per favore
fa ch'io possa rivedere il sol.

Bancario triste e solitario
tu che portasti via
colla scusa della crisi
la giovinezza mia.
Odo ancora lo stringer della cinghia
ora vedo allontanarsi il sogno
della pension
che se ne va.
Bancario
freddo ragioniere della vita
per noi è finita.

Odo ancora lo stringer della cinghia
ora vedo allontanarsi il sogno
della pension
che se ne va.
Bancario
freddo ragioniere della vita
per noi è finita.


Bancario bancario bancario.

Sarà stata la musica, sicuramente la voce di Claudio, ma a me è piaciuta.