giovedì 12 gennaio 2012

Quelli dell' EdS

La Donna Camèl, cara amica di penna, ha organizzato un terzo EDS (qui i dettagli). L'unica regola è che il punto di vista sia la prima persona plurale, il noi.
E, in questo caso più forte che mai:"ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti e/o virtuali è da ritenersi puramente casuale".

Quelli dell' EdS



Siamo noi, siamo in tanti ma non ci nascondiamo di notte, almeno non per paura degli automobilisti.
Diversissimi, ma tutti accomunati dalla passione per la scrittura.
Qualcuno scrive da anni: nato con la penna in mano, ha scarabocchiato “pappa” prima ancora di saperla pronunciare; altri, i nativi digitali, tra un cucchiaio di omogeneizzato e l’altro, già titillavano la tastiera.
Nelle nostre file c’è pure chi scrive solo da qualche ora, e magari zoppica sia nella pratica sia nella grammatica; questo però non ci disturba. Non siamo un club esclusivo: l’ingresso è libero. Forse faremo pagare l’uscita, ma non abbiamo ancora deciso.
Siete tristi? Leggeteci, vi faremo ridere. Non dormite? Passate da noi, vi faremo addormentare. La vostra squadra del cuore ha perso? No problem, possiamo farvi assegnare un bel 2-0 a tavolino. Non per vantarci ma noi sì che risolviamo problemi.
Amici? Forse no, ma neppure semplici conoscenti. Ci presentiamo attraverso i nostri testi, sempre, anche quando scriviamo di musica o di figurine. Chi ha la pazienza di leggerci, trova le nostre tracce.
I dettagli raccontano molto di noi: punteggiatura, uso acrobatico - forse illegale - delle parole, stili narrativi; tessere di un mosaico che, unite, compongono il nostro ritratto.
All’inizio pensavamo che il web, fatto di etere e bit, ci avrebbe in qualche modo schermato e protetto. Ma non è stato così. Siamo entrati nella rete e ci siamo rimasti impigliati.
I blog, gli EDS, sono diventati parte della nostra vita. Che cosa scrivere oggi? Come fare un EDS degno dei nostri colleghi di penna? Sono questi i pensieri che ci accompagnano e che, qualche volta, ci trascinano al largo, lontano dalla rassicurante sponda della realtà. La mattina, quando sembriamo imbalsamati davanti allo specchio con lo spazzolino da denti immobile in bocca e lo sguardo fisso, o quando facciamo colazione e, ipnotizzati, ci perdiamo nel vortice creato dal cucchiaio, che rigiriamo nel caffelatte. Ecco, in questi istanti, stiamo inseguendo una trama, un personaggio.
Prendiamone atto, lo scrivere ci ha cambiato.
Guardiamo il mondo con altri occhi, con più attenzione. Uno di noi ha detto che rivolgiamo lo sguardo alla luna, al dito, all’unghia e alla pellicina.
Osserviamo fotografie e pensiamo alle porzioni di paesaggio fuori dall’inquadratura. Vediamo le finestre delle case e immaginiamo i mondi che si muovono nei locali dietro i vetri. Capita a volte che un particolare insignificante metta in movimento associazioni impensabili. E così da un uomo seduto sul bordo di una fontana nasce un racconto, da una frase rubata in un bar decolla una storia.
Viviamo di emozioni, di percezioni. E’ con i sensi dei lettori che cerchiamo di metterci in contatto. Le nostre muse ci avvertono in continuazione: non è possibile suscitare la compassione con la compassione, l’emozione con l’emozione. Così ci arrabattiamo per arrivare al cuore dei lettori suscitando sensazioni. E questo costa fatica. Rischiamo di perdere la pazienza e i capelli. Ma è più forte di noi. Ci rigiriamo nel letto, insonni, o fissiamo imbambolati la tastiera del PC alla ricerca del termine giusto, della parola più adatta.
E quando finalmente la troviamo, è una gioia. Alcuni di noi sentono partire un’ovazione accompagnata dalla luce di migliaia di accendini, altri vedono fuochi d’artificio colorare il cielo.
Per molti siamo visionari, ma a noi piace esserlo. Siamo sognatori, con la testa tra le nuvole ma i piedi ben ancorati alla terra. Piuttosto che grufolare, preferiamo volare. E scrivere di chi grufola, e anche di chi vola.

N.d.A. Il presente brano contiene molte risonanze. Mi scuso soprattutto con Lucio Dalla e con lo spirito di F. O’Connor. Gli altri mi conoscono.

And I think to myself, what a wonderful words (elenco in aggiornamento)

- Ho visto un re - di Melusina - blog Poco mossi gli altri mari
- Factory - di Dario D'Angelo - blog Solo testo
- Le voci nel silenzio - di Lillina - blog Ora e qui
- Addicted to love - di Cielo sopra Milano - il blog di Vasco Pausini
- Sottoposti - di Hombre - blog La Linea d'Hombre
- My Sharona - di Giodoc - blog La via per shambhala
- E quando suonano le sirene ti sembra quasi che canti il gallo - blog la donna camèl