Ero in giro con la famiglia, oggi pomeriggio.
Passando in automobile per un paesino della Bassa, un particolare ha attirato la mia attenzione: un termometro, di quelli che io definisco da palo.
Beh, definirlo termometro è poco, perché mostra in sequenza ora, data, temperatura, scritta pubblicitaria. Volendo ben vedere, definirlo da palo è troppo perché è sostenuto da un misero supporto traballante.
Comunque sia, la sua luce verde intermittente ha calamitato il mio sguardo.
Man mano che mi avvicinavo, le informazioni cambiavano: ora, data, temperatura, "Farmacia xxx".
... 16.10 ... ??? "Le quattro e dieci? Ma se c’è buio! Mah, sarà indietro"
... 18.45 ... "Ah no, questo è l’orario, quella di prima la data".
... +50 ... "Eh???". Rileggo; come prima, +50.
Accosto per controllare meglio e, dopo il refrain pubblicità - data - ora, ricompare l’inequivocabile +50, di un bel verde brillante.
Lo indico a mia moglie che, sostenuta dalla ferrea logica femminile, sentenzia placida: "E’ rotto".
In effetti ci saranno stati 16 gradi; però quella temperatura esotica, indicata con luminosa sicurezza, mai registrata nella Bassa Padana, mi ha colpito.
Colpito così tanto che mi è venuta in mente l'Africa e, per un attimo, ho sentito caldissimo e ho sudato.