domenica 18 settembre 2011

Informazione preventiva

Sto per iniziare una settimana tosta, mentalmente pesantissima. E non sono in forma.
Sì, forse non lo sono mai stato - in forma, intendo - però, adesso, mi sento più a terra del solito. Il clima, poi, non aiuta. Neppure la salute (niente di grave, solo una discreta quantità di fastidi).
Mi conosco, lo so come sono; quando si verificano queste congiunture astrali negative, la mia testa va in tilt, i neuroni collaudano nuove connessioni e i pensieri seguono traiettorie sconcertanti, bizzarre.

La mia solita, rassicurante logica abdica a favore dell'anarchia, dell'irrazionale.
Avete presente quei giochi, che si facevano da piccoli, in cui bisognava trovare una parola che avesse qualche legame con quella detta appena prima: montagna, ...neve, ...bianca, ...bernie, ...topo, ...gatto, ...stivali ...? Nessuno pretendeva che il tutto avesse un senso e formasse un concetto; ogni termine viveva in quanto emanazione del precedente e spariva nel successivo. Stop.
Q
ualcosa di molto simile succede nella mia testa, durante questi frangenti; quasi ogni pensiero genera il successivo solo in base ad assonanze, a ricordi, a sensazioni.
Incomincio a esprimere un concetto e inciampo su una parola che mi richiama, chessò,  una canzone; "ah, l'ho sentita a...", penso, e l'attenzione si sposta sul luogo, la memoria torna a quel momento, ricordo il clima, le emozioni e così via.

Un esempio: tempo fa, in ufficio: “Ho trovato un modo per risolvere il problema”, inizio, “senza aspettare il miracolo”. E, dentro di me, “miracolo... spettacolo... il più grande spettacolo dopo il big bang... big ben... a me non è mai piaciuto quell’orologione...” e così via, alla deriva, sempre più lontano dal discorso originale.
Cedo il timone all’inconscio, che ha le sue ragioni, che la ragione non comprende.

Chi mi conosce, sa di queste acrobazie mentali e le tollera.
E voi, affezionati lettori, siate gentili, abbiate pazienza se, nel blog, dovessero apparire insensatezze; io sono così (...e ho voglia di volare, mentre dico che ti avrò. E ti avrò...).

Oppure, come si diceva una volta, cambiate canale (canale...  Barale... chissà che fine ha fatto...).