Mio figlio è appassionato di videogame; ne ha parecchi e, dipendesse da lui, passerebbe i pomeriggi inchiodato al DS.
Anche i suoi tre cugini condividono lo stesso interesse: quando s’incontrano, si siedono sul divano e giocano tra loro, ognuno con la propria consolle.
A dir la verità, in passato ero abbastanza prevenuto riguardo ai videogame; la modalità multiplayer, però, ha fatto piazza pulita delle mie remore: in fin dei conti i ragazzi socializzano e si divertono insieme.
Ogni tanto, i giovani mi chiedono di accompagnarli a vedere le ultime novità: io li porto in un negozio specializzato, mi metto in disparte e aspetto che scelgano.
Le uniche regole che ho imposto sono: individuare, al massimo, due giochi a testa e cambiare, spesso, negozio.
E’ bellissimo osservarli girare tra gli scaffali, con gli occhi pieni di meraviglia, intenti a decidere; in esposizione ce ne sono tantissimi, quindi la scelta non è facile.
La selezione dura, di solito, una ventina di minuti: alla fine i pargoli mi chiamano e indicano le otto preferenze.
Io, con discrezione, copio sull’agendina i titoli dei videogiochi. Poi andiamo a casa e li scarichiamo da internet.
Ah già: "ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale".(grazie Giovanni)
E mi raccomando: "Don't Try This at Home" (grazie La Donna Camèl)